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I 7 errori da evitare nella Gestione del Personale

I 7 errori da evitare nella gestione del personale

Essere manager di un'azienda non è impresa facile, a maggior ragione se bisogna coordinare fra loro personale ed attività, profitti con obiettivi nel medio - lungo periodo. In questo articolo vedremo 7 errori comuni della gestione del personale. Sicuramente godere di una posizione strategica, che permette di avere sotto controllo ogni aspetto di un'attività imprenditoriale, ha il suo fascino ma non sempre è oro tutto ciò che luccica. Fra gli errori che un manager commette, quelli frequenti riguardano la gestione del personale che il più delle volte dimostra sfiducia e indifferenza nel lavoro a cui è preposto.

Ci si chiede allora, quali sono i 7 errori da evitare nella gestione del personale?

Errore n. 1 - Adottare uno stile di comando inadeguato

Al manager spetta il compito di organizzare il personale impartendo compiti e funzioni a seconda delle necessità di un'azienda. A sua volta ogni funzione viene attribuita sulla base degli skills e delle competenze di ciascun dipendente, analizzate in fase di reclutamento e durante le attività di stage. Posto che lo stile autoritario spesse volte incute paura, mentre quello permissivo lascia troppa libertà, lo stile democratico permette un'interazione completa fra manager e personale con una comunicazione volta alla continua ricerca delle soluzioni migliori. A ciascuno il suo compito ma le decisioni strategiche saranno il frutto di un'analisi dettagliata proveniente non da chi siede in regia, quanto invece da chi, giorno dopo giorno, è a diretto contatto con l'attività d'impresa.

Errore n. 2 - Sottovalutare le abilità del personale

Quando si assume un dipendente si cerca di far fronte ad un'esigenza dell'impresa che necessita di una figura professionale volta a svolgere un compito preciso. Nella valutazione dei candidati si prende in considerazione il percorso accademico e quello lavorativo affrontato nel corso degli anni, senza considerare gli skills che, a differenza di una laurea o di un master, potrebbero dare valore aggiunto all'impresa. Una persona può essere laureata in economia ma avere un'innata passione per l'informatica, attività che svolge come hobby e che gli permette non solo di programmare computer, ma di elaborare software personalizzati. Valutare le abilità incentiva lo stesso candidato qualora fosse assunto, perché si troverà ad eseguire un compito che rientra nelle sue passioni, e non necessariamente in ciò per cui ha impiegato anni di studi.

Errore n. 3 - Non considerare le esigenze dei dipendenti

Quando sorgono problemi economici all'interno di un'impresa che riducono i profitti, il primo elemento preso in considerazione è l'eliminazione di alcune spese che gravano sul bilancio finale.Nella gestione del personale bisogna tagliare per non fallire e il costo maggiore sembra essere proprio il personale con tutti quei contributi e tasse da versare allo Stato. Poco importa che si potrebbero ottimizzare la logistica o l'attività produttiva, e l'aria che si respira diventa pesante soprattutto per il personale. Chi lavora per un'azienda mette passione e amore non solo per avere uno stipendio a fine mese, ma perché il lavoro contribuisce a migliorare la fiducia e la stima in se stessi. Il licenziamento e la mobilità sono soluzioni estreme da adottare solo se non esistono altre alternative.

Errore n. 4 - Pretendere risultati al di sopra delle aspettative

Fissare obiettivi di breve, medio e lungo periodo è compito di un manager il cui lavoro consisterà nel pianificare al dettaglio ogni strategia utile a rendere competitiva un'impresa. La competitività può essere raggiunta in diversi modi, come l'ottimizzazione dei fattori produttivi o l'aumento di prodotti da portare sul mercato. Qualora si definiscano obiettivi di breve termine è buona norma considerare le capacità del personale che non sempre è in grado di mantenere il passo con le necessità dell'azienda. Certamente la concorrenza non aspetta e la repentinità dei mercati richiede maggior sforzo, ma la storia insegna che il successo di alcune imprese è legato al valore attribuito alla risorsa umana. Chiedere uno sforzo in più ai propri dipendeneti non è da condannare, ma prendersela qualora l'obiettivo non sia stato centrato significa deresponsabilizzarsi dalle decisioni prese all'apice.


Errore n. 5 - Non investire sulla riqualificazione del personale

Gli investimenti di un'impresa spesso si rivolgono alla ricerca di nuovi prodotti o di servizi innovativi da portare sul mercato, in maniera tale da mantenere alta la competitività. Poca attenzione viene invece prestata alla necessità di riqualificare il personale attraverso investimenti che possano favorire la progressione delle carriere fra chi già lavora per l'azienda. La riqualificazione può avvenire con corsi di aggiornamento, attività poliedriche finalizzate ad offrire opportunità differenti per chi cerca l'avanzamento sul posto di lavoro. Sicuramente le spese saranno contenute rispetto al turn over a cui spesso si assiste fra giovani e tirocinanti, e consente al singolo dipendente di integrarsi con la sua impresa senza cercare altrove opportunità di lavoro che possano dare soddisfazione.

Errore n. 6 - Disdegnare attività come quelle di brainstorming

Se il life coach o il mental coach sembrano essere una trovata degli ultimi tempi, il brainstorming è una soluzione adottata da numerose imprese che, per migliorare l'attività produttiva o i servizi offerti, si servono dei suggerimenti provenienti dal personale. Questo, essendo a diretto contatto con l'attività dell'azienda (si pensi ai venditori, agli operai addetti alle macchine, ai tecnici del reparto logistica) conoscono meglio di un manager i problemi annessi all'impresa e possono regalare suggerimenti utili su come ovviare alle discrasie. Inoltre, la forte considerazione del personale ha ripercussioni positive sui lavoratori che si sentiranno parte integrante con l'azienda per cui lavorano. Saranno più propensi nell'offrire consigli di ogni tipo e avranno modo di esprimersi in tutta libertà.

Errore n. 7 - Sentirsi al di sopra di ogni cosa

Il manager, è vero, è capo indiscusso dell'azienda: a lui spettano poteri e responsabilità poiché ad ogni risultato negativo ne seguirà la perdita di credibilità dell'azienda. Capita però che alcuni manager si sentano al di sopra di tutto e di tutti, senza identificarsi con l'azienda per cui sono preposti, e senza considerare che l'azienda, al di là dei profitti, è l'insieme delle risorse umane che ne rendono fattibile l'attività. Certamente è necessario un certo distacco fra personale e manager, ma quest'ultimo dovrebbe ascoltare, venire incontro senza essere troppo permissivo nè tanto meno autoritario. Nela gestione del personale un 'errore può essere quello di una scarsa interazione. Interagire con i dipendenti significa creare un rapporto di fiducia da cui parte il modo di lavorare di ciascun addetto che si troverà a vivere in un clima fondato sul rispetto reciproco.

Domenica, 10 Marzo 2019. Postato in Risorse umane, Soft Skill, Risorse umane

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