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Lo storytelling e la leadership

Lo storytelling e la leadership

Articolo di Fabio Gariboldi

Ho sempre trovato particolarmente utile conoscere una persona attraverso il racconto in prima persona dei suoi momenti più significativi.

Nelle interviste ai candidati per la selezione, per esempio, il miglior modo di “estrarre” le competenze ed i talenti è proprio quello di acquisirli dall’analisi del racconto del protagonista.

Durate i miei studi ho avuto il piacere di ascoltare Jerome Bruner (1915-2016) di persona e di rimanere affascinato dalle sue ricerche sul “narrativo” che mi sembrano oggi particolarmente illuminanti se li si considera alla luce del flusso continuo di testimonianze che la gente diffonde spontaneamente attraverso i social network.

Egli era convinto che la narrazione fosse fondamentale a livello individuale e culturale:

“l’essere umano ha un'attitudine o predisposizione a organizzare l’esperienza in forma narrativa (Bruner, 1990/1992, p.56). La narrazione risponde al bisogno di ricostruire la realtà dandogli un significato specifico a livello temporale o culturale. Ogni individuo sente il bisogno di definirsi come soggettività dotata di scopi e intenzionalità e ricostruisce gli avvenimenti della propria vita in modo tale che siano in linea con questa idea di Sé

E’ un viaggio affascinante quello che ti porta ad entrare nella vita di una persona ed accedere alle sue convinzioni, ai suoi punti di vista.

Tuttavia, anche se c’è in noi un bisogno ancestrale di manifestarsi a se stessi ed agli altri per strutturare la propria individualità, non significa che qualsiasi “selfie” e qualsiasi commento che ci sentiamo di condividere sia veramente interessante per chi ci ascolta.

Oggi più che mai, la qualità del contenuto e la coerenza di che lo manifesta, sono fattori determinanti per trasferire efficacia alla nostra comunicazione online ed offline.

Ciò che i motori di ricerca indicizzano meglio e le persone condividono volentieri, sono le storie, i racconti dei propri successi ed insuccessi e le testimonianze dirette di chi ha vissuto un momento significativo.

Anche nella pubblicità online, è particolarmente cresciuto ed efficace il “native Advertising” che indica quella forma di pubblicità che trasmette un contenuto coerente con il messaggio principale che il lettore sta fruendo.

Il fattore “virale” delle storie rappresenta la leva con la quale si può decretare il successo od il fallimento di una impresa e sempre di più, gli imprenditori si mettono in “prima linea” nel racconto di una impresa, di un prodotto e dei sogni e dei valori che li hanno ispirati.

Quindi oggi, i contenuti non mancano, siamo invasi da messaggi ovunque e comunque; quello che è ancora in grado di attirare la nostra attenzione è ciò che ci arriva dalla narrazione in prima persona di un contenuto per noi significativo, che ci può ispirare e ci aiuta, attraverso l’identificazione con il narratore o la presa di distanza da esso, raccontarci chi siamo noi e cosa veramente stiamo cercando.

Nell’ultimo anno, insieme a nostro team, abbiamo lavorato per portare valore alle storie di imprenditori e personaggi pubblici che hanno l’esigenza di trasferire leadership attraverso le proprie testimonianze ed il lavoro più importante è spesso sulla loro “presenza” nella storia che raccontano.

Nelle aziende fortemente orientate al cliente o comunque che lavorano molto sulla brand reputation, è particolarmente evidente come, attraverso la narrazione sia possibile includere i clienti, ed i partner ma anche i dipendenti ed i collaboratori, all’interno di un “cerchio di appartenenza” creato dalla condivisione della storia e dei suoi valori di riferimento.

Ci siamo resi conto che questo tipo di approccio svolge un ruolo fondamentale nel rafforzare la propria leadership naturale ed ottenere notevoli vantaggi anche con i clienti interni e nei contesti organizzativi tradizionali e gerarchici.

La capacità di costruire un racconto, anche per il management, si traduce nell’opportunità di costruire una “cornice di significato” per permette, a chi ascolta, di contestualizzare e comprendere meglio le dinamiche aziendali e la delega.

In effetti, la capacità del manager di offrire, con le proprie spiegazioni, regole e limiti, un contesto in cui i messaggi possano essere interpretati correttamente è uno degli skills fondamentali per chiunque gestisca il capitale umano.

In questo ci vengono in aiuto le categoria classiche della retorica: Ethos (coerenza), Phatos (emozionalità e connessione) e Logos (contenuto) sono una guida importante con la quale noi possiamo “pesare” l’impatto delle nostre narrazioni.

Lunedì, 10 Luglio 2017. Postato in Soft Skill, Leadership, Risorse umane

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