L’evoluzione del magazzino: trend e scenari al 2020
L’effetto combinato di e-commerce ed industria 4.0 sta provocando una profonda evoluzione dei modelli organizzativi dei magazzini siano essi distributivi che manifatturieri. Il web elimina negli utenti la percezione di spazio e tempo, riversando sulla logistica la gestione della fisicità dei beni e sulla produzione la realizzazione di prodotti che si vorrebbero personalizzati e disponibili subito.
Una produzione on demand con tempi di attraversamento molto ridotti, spesso entro 2-5 giorni, richiede anche in questo caso di agire sulla logistica interna per ottenere un flusso teso oggi assolutamente obbligatorio per stare sul mercato.
I caratteri di entrambe le tipologie di magazzino, distributivo e manifatturiero, sono simili, ma declinati sulle rispettive esigenze distintive: velocità, flessibilità, precisione, efficienza, ordine e resilienza descrivono in modo puntuale il magazzino 2020.
Per ottenere questi obiettivi occorre organizzare il magazzino secondo direttrici ben precise. Il magazzino distributivo dovrà avere uno spazio adeguato per le aree di accettazione e consolidamento (circa 1/3 dell’area disponibile), mentre stock e picking, se operati con macchine automatiche, un’altezza che consenta di ottimizzare il rapporto altezza/lunghezza per l’inserimento di miniload o sistemi equivalenti. Lo stesso picking dovrà sfruttare modelli di efficientamento per migliorare le performance al prelievo. Il magazzino manifatturiero invece potrà essere automatizzato o manuale, ma in ogni caso gestito con un WMS integrato con l’avanzamento produzione e la schedulazione per poter ottenere la fasatura tra l’alimentazione delle aree produttive e lo stato puntuale della produzione.
Anche in questo caso diverse sono le soluzioni adottabili, ma tutte sono raggiungibili solo grazie ad una crescita del modello organizzativo che dovrà operare sui flussi superando le suddivisioni per reparto.
L’evoluzione digitale dei magazzini si ottiene con una crescita integrata tra automazione, organizzazione e gestione dei dati e delle informazioni. Uno sforzo più culturale che economico e purtroppo non facilmente quantificabile in termini di ROI nelle sue fasi iniziali, dove occorre costruire l’infrastruttura informativa e l’architettura dei dati e dei flussi per poter poi intervenire in una seconda fase sull’operatività.