Cosa c’è di sbagliato nella pianificazione strategica della rete?
Il problema sorge quando si tiene conto del tempo di servizio ma non del livello di servizio, cioè ci si preoccupa del tempo impiegato per servire i clienti, ma non della probabilità che una certa percentuale degli ordini sia consegnata entro quel tempo. Si ottimizza la rete, ma non le scorte lungo la rete – un processo che può portare a una differente rete distributiva una volta che le scorte sono ottimizzate. Vediamo perché.
La procedura tradizionale di pianificazione strategica della rete si basa sull’ottimizzazione dei flussi nella rete nel rispetto di un tempo di servizio definito per il cliente finale. Le aziende definiscono quale tempo vorrebbero avere dalla spedizione alla consegna al cliente finale, di fatto il tempo da quando il cliente ordina a quando riceve la merce. L’ottimizzazione della rete definisce il flusso migliore di materiale lungo i diversi livelli della catena in modo da soddisfare il vincolo al minimo costo, tenendo conto di approvvigionamento, trasporto, spazio, manodopera, macchinari e amministrazione, trasporto interdepot, spedizione e consegna.
Si tratta di un modello lineare basato sui costi che considera opzioni alternative di costo e ottimizza l’uso delle risorse. Adotta però modelli semplicistici e non ottimizzati per i livelli di scorte e di servizio che considerano una copertura media per le scorte (ad esempio due settimane) e definiscono la dimensione del magazzino per gestire quella copertura. Qualcuno potrebbe sostenere che questo è sufficiente e ottimizzare le scorte in un modello strategico non è così importante perché quei dettagli non sono importanti. I livelli di servizio sono stimati in maniera approssimativa, con l’ipotesi che saranno più precisi in seguito durante la pianificazione tattica e operativa. Un approccio di questo genere è assolutamente sbagliato, perché l’ipotesi di un livello di servizio approssimato può modificare in maniera pesante il flusso di scorte lungo la rete e l’allocazione nei magazzini.
Un processo di modellazione del livello di servizio ottimizza le scorte tenendo conto dei vincoli sia di tempo di servizio che di livello di servizio, e permette di calcolare il costo minimo di gestione della rete per ottenere gli obiettivi prefissati. Adotta un modello non lineare che definisce l’impatto delle scorte perché la relazione trade-off tra scorte e servizio è discontinua, e pertanto i modelli lineari sono inefficienti. Al contrario il modello delle scorte definisce l’allocazione ottimale dello stock lungo la rete, a ogni livello, per ogni singolo prodotto.
Il processo di ottimizzazione è ripetuto per diversi scenari della rete, in modo da costruire un modello di costo completo che comprende il costo esatto delle scorte per soddisfare questi due vincoli. La doppia ottimizzazione, del tempo e del livello di servizio, è chiamata politica di servizio, e genera un modello di rete progettato per soddisfare entrambi gli obiettivi. Le scorte possono essere allocate ai livelli successivi della catena oppure centralizzate in ottica “risk pooling”. I centri distributivi possono essere ampliati, ridotti, o addirittura eliminati, e può configurarsi una rete completamente differente. Consideriamo inoltre che, sull’onda dell’effetto Amazon, vediamo un incremento degli articoli a “coda lunga”, e il livello di servizio è particolarmente importante in questo caso per garantirne la disponibilità. L’ottimizzazione delle scorte multilivello alloca lo stock nel posto giusto e nel giusto livello, in modo da garantire il livello di servizio pianificato, e questo è un importante indicatore di performance oggi per il mercato. Nella progettazione della rete distributiva, considera non soltanto le scorte ma anche il costo dovuto alle vendite perse o a un livello di servizio minore di quello pianificato. Per centrare l’obiettivo, la progettazione strategica della rete deve avere come punto chiave l’allocazione ottimale delle scorte lungo tutti i livelli della supply chain. E questo non si può fare senza un sistema evoluto di ottimizzazione delle scorte.
L’ottimizzazione delle scorte richiede l’elaborazione di una grande mole di dati, e uno strumento semplice come un ERP non è in grado di farlo, per cui si può essere tentati di limitare i dati a specifici SKU o canali per tentare una soluzione. Con gli strumenti opportuni però si può ottenere un quadro molto migliore.
https://www.toolsgroup.com/it/