CPFR: L’evoluzione dei sistemi di riordino
La gestione della Supply Chain, inserita in un contesto complesso e competitivo come quello odierno, necessita di strumenti evoluti che permettano alle aziende di ottimizzare il processo di approvvigionamento e distribuzione dei beni. Si evince quindi la necessità di gestire tali processi in modo sempre più dinamico e rapido, tenendo in considerazione il tema della previsione della domandada parte del mercato.
Di fatto, un mercato sempre più globalizzato e competitivo, stimola le aziende a migliorare costantemente il livello di servizio verso i propri clienti attraverso l’utilizzo di appositi strumenti software evoluti e collaborativi.
In passato, il primo approccio collaborativo al sistema di riordino era concepito come una gestione da parte del fornitore nei confronti del cliente in un’ottica di VMI (Vendor Managed Inventory), senza considerare una componente previsionale ma bensì orientandosi a mantenere sotto controllo in maniera reattiva i livelli di scorta.
Col passare del tempo si è passati ad una semplificazione con una gestione integrata grazie alla diffusione di vari servizi, come l’EDI, che permettono un’interazione con il fornitore più efficiente e rapida. Inoltre, si è reso sempre più necessario ragionare in ottica pro attiva e non solo reattiva per cercare di prevedere e gestire possibili situazioni critiche a livello di scorte. Questo ha significato introdurre una componente previsionale in abbinamento a quella di riordino che permettesse di ragionare su un orizzonte di fabbisogno futuro per poter ottimizzare il processo d’acquisto.
L’introduzione di una logica collaborativa e una vista previsionale sono diventate quindi le basi per il riordino dei magazzini.
La diffusione di una gestione in ottica Just in Time, inoltre, ha portato ad una esigenza sempre più importante di ottimizzare molte attività tra cui: la pianificazione della produzione, acquisti, operazioni, la programmazione e la spedizione.
Il modello CPFR
Questo modello di gestione della pianificazione del riordino in modalità collaborativa su base previsionale viene denominato oggi CPFR (Collaborative, Planning, Forecasting e Replenishment).
Utilizzando un modello tecnologicamente avanzato come il CPFR che integra tutti gli attori coinvolti della filiera, comprese le attività di vendita al dettaglio e della distribuzione, si può contribuire a un funzionamento efficiente del settore della logistica.
Il CPFR è un approccio di gestione derivante dall’accorpamento di altri processi il VMI (Vendor Managed Inventory), l’EDI e il Forecasting che aiuta gli operatori della logistica a costruire un forte legame con i loro fornitori o venditori.
Il CPFR è stato concepito inizialmente come un programma di test pilota gestito da Wal-Mart nel 1996, che ha fatto uso di comunicazioni via Internet con uno dei loro fornitori, al fine di ridurre i costi di inventario, ed è stato successivamente emulato da molte aziende di vendita al dettaglio negli Stati Uniti.
Tale approccio permette il coordinamento di varie attività tra cui produzione e pianificazione degli acquisti, previsione della domanda e ricostituzione delle scorte tra i partner commerciali della catena di fornitura.
Si tratta di una pratica commerciale in continua evoluzione che mira a ridurre i costi della Supply Chain attraverso la promozione di una maggiore integrazione, visibilità e cooperazione tra le catene di approvvigionamento dei partner commerciali che possono essere una combinazione di fornitori, produttori, distributori o rivenditori.
In questo contesto, TESISQUARE® approccia la tematica del CPFR tramite una gestione integrata delle proprie soluzioni:
Ridurre i rischi di Out of Stock
Un corretto funzionamento del CPFR riduce notevolmente i rischi di out of stock e over stock che provocano da un lato l’impossibilità di fornire quanto richiesto dal cliente e una conseguente customer experience negativa mentre dall’altra, a livello logistico, una riduzione delle rotazioni degli articoli con conseguente rischio di obsolescenza dei prodotti e un aumento dei costi di deposito.