Come capire se è arrivato il momento di mettersi in proprio
Quando si accarezza per molto tempo l'idea di mettersi in proprio, c'è sempre un momento importante che fa da spartiacque; bisogna scoprire se l'idea è rimasta un desiderio oppure è matura per diventare una scelta consapevole. Non è un momento facile perché il futuro di un imprenditore è incerto, non ci sono garanzie di successo. Come si fa dunque a capire se è arrivato il momento di mettersi in proprio? In questo articolo si scopriranno gli elementi che permettono di compiere un passo decisivo verso la propria attività di imprenditore.
Credere nelle proprie potenzialità per mettersi in proprio
Sono tanti gli imprenditori di successo che prima di iniziare lavoravano come dipendenti, commessi, impiegati oppure svolgevano attività precarie. Costruivano la propria idea imprenditoriale nei ritagli di tempo, dopo il lavoro oppure nei week-end. All'attività che serviva loro per vivere se ne aggiungeva un'altra non retribuita, incoraggiata dalla convinzione di potercela fare. Per capire se è il momento di mettersi in proprio bisogna capire se si è animati da una motivazione fortissima. Avere fiducia nel proprio talento permette di non sentire la fatica; ci vuole determinazione per scrivere un business plan a tarda ora, dopo che si è usciti dall'ufficio; se a una gita con gli amici durante il week-end si preferisce lavorare alla propria idea vuol dire che la motivazione è forte: quello è il segno più importante che è arrivato il momento di mettersi in proprio. Non è importante il prodotto che si vuole commercializzare, l'idea che c'è alla base del progetto; tutte le idee sono migliorabili; quello che non può mancare è la fiducia in se stessi, la convinzione di riuscire a realizzare il proprio progetto con successo. Anche gli ostacoli più difficili da affrontare potranno essere superati se la spinta interiore è grande e la determinazione è feroce. Come sostengono molti imprenditori di successo vale sempre il detto: "se non ci credi tu non ci crederà nessuno."
Amare il proprio lavoro da imprenditore
Si è parlato in precedenza della motivazione; a essa si accompagna sempre la passione per l'attività che si svolge, quando ci si mette in proprio. L'attività imprenditoriale presuppone un monte ore di lavoro che non verranno retribuite, specialmente nella fase di preparazione e lancio dell'idea. Le start-up durante i primi mesi di vita, nella maggior parte dei casi, affrontano solo perdite; non ci sono introiti. Si tratta di situazioni dure da affrontare, sopportabili solo se c'è una motivazione forte e l'amore per il lavoro che si sta svolgendo. Se preparare un business plan, fare ricerche continue per migliorare il progetto, curare i dettagli in modo maniacale non comporta alcuna stanchezza e il tempo corre veloce; se non si vede l'ora che sia già domani per continuare a lavorare, allora è segno che il momento è maturo per lanciarsi e dedicarsi completamente alla propria idea imprenditoriale. Il motivo è palese: non è solo una questione di denaro, è passione per il proprio lavoro.
I feedback positivi
Dopo aver preparato il progetto è importante sondare gli umori di quelli che un domani potrebbero essere i clienti del prodotto/servizio offerto. La reazione del pubblico è un passaggio ineludibile; il prodotto deve incontrare il favore della gente per essere commercializzato. Se dopo i primi sondaggi il prodotto ottiene un buon riscontro; se ci sono persone che sono disposte a pagare per usufruire dell'idea, allora è segno che la strada è quella giusta.
Mettersi in proprio senza paura del fallimento o del successo
Per affrontare un'attività imprenditoriale bisogna abituarsi alla paura di non sapere con certezza quello che potrà accadere; abituarsi a tale paura significa smettere di avere paura. È normale avere timore di non farcela ma se questo sentimento di insicurezza è sempre sotto controllo è un buon segnale. Oltre alla paura di non farcela bisogna fare i conti con la paura di riuscire; è un fattore da non sottovalutare. Avere successo comporta responsabilità enormi, maggiore lavoro, pressioni a volte insostenibili. Se si è pronti a governare entrambe le paure, si è pronti a proseguire la propria strada lavorativa da datori di lavoro di se stessi.
Essere il CAPO della propria azienda
In continuità con quanto scritto in precedenza, mettersi in proprio significa essere i datori di lavoro di se stessi. Vuol dire non avere più qualcuno che controlla il proprio lavoro. Il prodotto finito sarà considerato pronto per il mercato solo in virtù della propria decisione finale. È una grandissima responsabilità; per farlo serve un'autodisciplina impeccabile; il cliente, in un mercato così competitivo, non perdona le imprecisioni e i ritardi. Un errore può costare non solo un cliente ma un'intera schiera di potenziali fruitori, perché il passaparola sui social network oggi si sparge come un virus. Un'azienda che lavora male rischia di perdere terreno a ogni minimo errore. Senza disciplina è impossibile svolgere un'attività imprenditoriale. Se si è disposti a sopperire a un disservizio a mezzanotte o durante un giorno di festa, allora vuol dire che c'è l'autodisciplina; se si impara a cambiare se stessi in questo senso o si è già dotati di questa attitudine, mettersi in proprio sarà più facile.
Avere una buona rete di contatti
Essere datori di se stessi non significa lavorare da soli. Raramente un imprenditore ce l'ha fatta in solitudine. È fondamentale avere una rete di relazioni per garantire una lunga vita all'attività. Bisogna poter contare sulle persone, non solo sugli amici ma anche su quanti potranno offrire suggerimenti, consigli, feedback positivi e negativi. È dunque importante dotarsi di un network, senza attendere che la start-up sia già stata varata. È necessario lavorarci da subito, parallelamente alla crescita dell'idea, quando un'intuizione si sta già trasformando in un progetto consolidato. Se si ha una rete sarà molto più semplice mettersi in proprio e avere successo con la propria idea imprenditoriale.