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Psicologia in azienda: fastidio o opportunità

Psicologia in azienda: fastidio o opportunità

Nonostante se ne parli da oltre un secolo, la psicologia in azienda trova diffusione soprattutto nell'ultimo ventennio diventando un referente importante per chi detiene un'azienda e necessita di risposte chiare per individuare una strategia organizzativa adeguata. Oggi, più di ieri, il lavoratore diventa oggetto di studio e di analisi per una branca che, fino a qualche tempo addietro, volgeva l'attenzione solo sui comportamenti dell'uomo in ambito sociale ed in contesti diversi che non prendevano in considerazione il comparto lavorativo.

L'interesse attuale nei confronti del lavoratore denota che l'obiettivo di fondo di un'impresa è quello di creare ambienti che incentivino il benessere aziendale favorendo meccanismi lavorativi migliori e stimolanti. Ma la domanda sorge spontanea: la psicologia in azienda è davvero un'opportunità per diventare competitivi?

Le tesi dei detrattori

Quasi la totalità degli esperti del settore afferma come sia necessario affiancare all'azienda una figura professionale come quella dello psicologo del lavoro. Non si tratta di una questione puramente etica, quanto di un vero e proprio investimento volto a prevenire malesseri che potrebbero minare la stabilità dell'impresa. Un lavoratore sotto stress rende meno di un soggetto che opera a pieno regime e se quest'ultimo trae soddisfazione dall'attività, l'altro potrebbe intentare una causa contro la medesima azienda.

Ovviamente l'assunzione di uno psicologo o l'instaurazione di contratti di collaborazione occasionale rappresentano una spesa che incide comunque sul bilancio finale e non sempre un imprenditore è in grado di assicurare piena assistenza ai propri dipendenti. La spesa è facilmente ammortizzabile in caso di aziende consolidate con bilanci in avanzo e capaci di massimizzare i profitti puntando sui costi, ma la piccola impresa si troverebbe a sopportare un esborso difficile da recuperare rimanendo incastrata in una situazione di impasse.

Come se non bastasse alcune volte i suggerimenti avanzati dallo psicologo potrebbero essere in controtendenza rispetto agli obiettivi della medesima impresa: si pensi alla necessità di ammodernare gli uffici o di riorganizzare il personale, di assumere soggetti con specifiche qualifiche assicurando una contribuzione medio alta. L'imprenditoria obbliga ad attribuire ad ogni decisione un valore economico trasformabile in profitto o perdita.

Se l'azienda si trovasse in condizioni critiche tali da non garantire il benessere sul lavoro sarà costretta a chiudere i battenti non potendo pretendere dai dipendenti uno sforzo maggiore rispetto a quello a cui sono sottoposti.

Le opportunità della psicologia aziendale

L'economia insegna non solo principi quali il profitto e la minimizzazione delle perdite, quanto piuttosto una filosofia unica per ogni azienda: il costo - opportunità. Una spesa può rappresentare un investimento ammortizzabile nel corso dei vari bilanci ed assumere uno psicologo deputato allo studio ed all'analisi del fattore umano potrebbe significare un'opportunità.

Lo psicologo, infatti, ha il compito di analizzare i gruppi di lavoro, valutare il comportamento dei dipendenti, collaborare con il manager nell'individuazione di un modello di leadership finalizzato allo stimolo dei lavoratori. In un periodo in cui spesso si reputa necessario demansionare piuttosto che assumere, la figura dello psicologo può avere un ruolo cruciale nella scelta dei soggetti da riqualificare all'interno dell'azienda. In altri termini la psicologia in azienda rappresenta un valore aggiunto finalizzato all'individuazione di scelte strategiche e ad offrire idoneo supporto sia all'imprenditore, sia ai dipendenti.

1) La psicologia aziendale nel recruitment

Assumere un dipendente significa investire su una figura professionale in possesso di specifiche caratteristiche utili a svolgere determinate mansioni all'interno dell'impresa. E' necessario valutare gli skills ed una serie di elementi che vanno oltre la carriera ed il curriculum vitae, come il fattore emozionale, l'intraprendenza, le capacità di problem solving, il lavoro di gruppo. Lo psicologo, in questo contesto, utilizza test psicoattitudinali per verificare il livello di preparazione del candidato somministrando questionari di logica e sottoponendolo a domande che vertono anche la risoluzione di specifici contesti.

A seconda delle risposte lo psicologo valuterà l'idoneità o l'inidoneità del candidato contribuendo, nei confronti dell'azienda, ad individuare la giusta persona per quella specifica mansione. Anche nella fase formativa è possibile avvalersi dello psicologo per definire le strategie migliori e le modalità di approccio del lavoratore all'interno dell'impresa: chi si accinge per la prima volta a svolgere una nuova attività ha bisogno di essere supportato per prevenire situazioni di sconforto e di stress emozionale.

2) La psicologia aziendale nell'organizzazione delle risorse umane

Un'azienda per essere competitiva deve saper diventare dinamica e versatile aprendosi ad opportunità differenti provenienti dal mercato. Ciò potrebbe comportare dei forti cambiamenti per il personale, come la necessità di seguire dei corsi, di sottoporsi a sedute di braingstorming, di acquisire ulteriori conoscenze in settori non necessariamente di loro competenza. In questo contesto lo psicologo aiuta ad individuare l'alternativa migliore per sopperire ad ogni esigenza fungendo da supporto a favore del manager.

Costui potrà proporre alternative utili all'ottimizzzione della produzione senza investire su nuove risorse ma puntando principalmente sul fattore umano già impiegato nell'impresa. Lo psicologo, dall'analisi comportamentale di ciascun dipendente, potrà stabilire la tipologia di intervento valutando i candidati idonei, ad esempio, all'avanzamento di carriera.

3) La psicologia aziendale in fase contrattuale

Tra le varie fasi che coinvolgono l'azienda una fra tutte assume notevole importanza: quella della contrattazione collettiva. Trattare con i sindacati, definire posizioni e flessibilità d'orari, rispettare a pieno la legge in materia di congedi parentali e maternità incide di molto sull'impresa. La risorsa umana è un pilastro fondamentale per l'attività produttiva di beni e servizi e la sua assenza, o il malcontento generale, mina sull'intero ciclo organizzativo.

Il ruolo dello psicologo in fase contrattuale funge da garanzia sia per l'azienda, sia per i dipendenti: essendo terzo ed imparziale rispetto alle due controparti può suggerire le soluzioni migliori in conformità alle normative del settore. Può consigliare alternative adeguate per l'assunzione di giovani apprendisti o per incentivare il lavoro femminile, può fornire informazioni utili circa i requisiti necessari (e la relativa retribuzione) a favore di specifiche figure professionali. Avvalersi dello psicologo in azienda può davvero aiutare ad essere competitivi prevenendo situazioni spiacevoli fra i vari dipendenti.

4) La psicologia aziendale e i rapporti con l'impresa

Spesso si è soliti associare il lavoro al soddisfacimento di una necessità legata alla sopravvivenza ed al bisogno di guadagnare per poter andare avanti. Tale approccio, nella totalità dei casi, favorisce l'insorgere di stress ed insoddisfazioni a carico dell'individuo che riversa sul lavoro le sue frustrazioni. L'individuo, per sua natura, ha l'esigenza di realizzarsi e di affermarsi nella società avendo l'opportunità di raggiungere i propri obiettivi senza dover supportare enormi sacrifici.

Un lavoro che piace e offre soddisfazioni rende la persona felice e appagata, con effetti positivi sull'attività d'impresa: la soddisfazione, premiata con incentivi, benefit e premi di vario genere stimola il lavoratore a rendere sempre di più e a mettersi in gioco pur di superare un traguardo.

Lo psicologo aziendale conosce i limiti di ciascuna persona e può diventare portavoce del malessere vissuto da uno o più lavoratori. Il professionista tenterà di trovare una valida alternativa per migliorare l'ambiente di lavoro e spronare il personale facendo leva su una delle caratteristiche tipiche di un manager, ossia l'empatia.

5) La psicologia aziendale e le tipologie di lavoro

I ritmi di lavoro costringono sempre di più a riprogrammare la propria vita sulla base dei turni. Fra straordinari per arrotondare la busta paga e contratti full time che lasciano poco spazio al tempo libero il lavoratore si ritrova a vivere gran parte della giornata all'interno di un solo ambiente. Il risultato? Situazioni di forte stress, momenti di ansia, alterazioni emozionali possono essere campanelli d'allarme da non sottovalutare. Se poi si aggiunge la necessità di garantire massima reperibilità e trasferte settimanali è facile intuire come la stabilità psichica corra sul filo del rasoio.

Alcuni lavori richiedono turni estenuanti di notte (si pensi ai vigilanti, ai medici, agli infermieri), ma anche uno sforzo fisico immane (come nel caso dei camionisti, dei magazzinieri, dei braccianti) o una serie di azioni ripetute all'infinito (è l'esempio degli operai nelle fabbriche) che, a lungo andare, possono davvero stressare. Se a tutto ciò si unisce un ambiente di lavoro poco orientato a supportare le esigenze del personale il fallimento è dietro l'angolo: l'azienda si troverebbe a sostenere spese giudiziarie e costi per malattie a favore dei propri dipendenti.

Lo psicologo, oltre ad essere un punto di riferimento per il personale, può offrire sostegno nei confronti dell'imprenditore aiutandolo a riqualificare l'ambiente lavorativo e a trovare alternative valide per stimolare il lavoro. Mettere a disposizione dei lavoratori un professionista di tal genere significa prendersi cura dei propri dipendenti mostrandosi empatici e favorevoli nel soddisfare le esigenze.

Venerdì, 01 Giugno 2018. Postato in Risorse umane, Soft Skill

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