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Lo zen e l'arte della gestione dei collaboratori

Lo zen e l'arte della gestione dei collaboratori

Lavorare a stretto contatto con gli altri può essere fonte di stress per tutte le parti chiamate in causa, sia nel confronto fra il dipendente ed il dirigente sia all'interno di un team. Lo zen e l'arte della gestione dei collaboratori può fornire un valido approccio al problem solving legato alla risorse umane, ad affrontare quei piccoli e grandi problemi legati alla quotidianità ed alla convivenza fra più persone.

Antipatie e senso della competizione, ma anche motivazione e organizzazione: gestire il personale non è un'impresa facile, ma è uno dei requisiti essenziali per essere un buon leader. Investire sui propri collaboratori permette inoltre alle aziende in trasformazione di operare al meglio sull'onda del cambiamento, visto spesso come ostacolo piuttosto che come opportunità.

Lo zen e gli imprevisti

Spesso quando ci si trova di fronte ad un problema, ci si lancia subito verso una soluzione immediata: nella maggior parte dei casi si otterrà una risposta temporanea agli ostacoli, senza avere alcun tipo di conoscenza di ciò che c'è alla radice. Un approccio zen permette invece di approfondire le cause che stanno a monte di determinati tipi di effetti, con il risultato che si otterrà una soluzione a lungo termine.

Le tecniche del problem solving insegnano già a sfruttare le 5W e le 2H, ovvero le domande Chi (Who), Cosa (What), Dove (Where), Quando (When) e Perché (Why) e In che modo (How) e Quanti (How many). Le stesse sono parte integrante del pensiero zen, ovvero una via semplice e diretta che si fonda sulla realtà del momento. Adottare questo tipo di tecnica permetterà quindi di rimanere concentrati sull'evento senza perdere di vista ogni passaggio che ha contribuito alla sua creazione, come se fossero gli elementi di un ingranaggio: uno di questi step ha portato alla conclusione finale negativa, per cui sistemata la falla si potranno ripristinare le funzioni ottimali.

Trasformare un dipendente in un collaboratore

La gestione delle risorse umane non è utile solo a garantire un ambiente armonioso e creativo, ma anche ad aumentare il livello di partecipazione di ogni collaboratore. Il fine ultimo è la strategia dell'azienda, gli obbiettivi da raggiungere sia come team sia come singola persona. La visione soft del dirigente è stata individuata fin dagli anni '70 come uno dei requisiti essenziali per coinvolgere i collaboratori nella gestione dell'azienda, grazie a strumenti come la motivazione, la delega, il feedback e la valutazione.

A questi punti cardine si uniscono inoltre le relazioni fra i dipendenti, il rapporto fra il collaboratore e il leader ed infine lo spirito di gruppo. Anche per questo negli anni il titolo di dipendente, subalterno ed altri sinonimi si sono evoluti nel concetto di collaboratore, ovvero un vero e proprio aiutante, un assistente.

La motivazione zen

Il lavoro di squadra è di certo uno degli scogli più difficili da superare: il legame dato dal lavoro in comune non sempre permette di superare le differenze fra i vari tipi di personalità. Motivare i propri collaboratori è un'impresa complessa, soprattutto se si è abituati a 'dettare legge' piuttosto che condividere. La partecipazione è invece essenziale per lo sviluppo di ogni progetto e per la crescita personale. Un ascolto attivo verso le idee degli altri permetterà per esempio non solo di valorizzare l'opinione di tutti, ma anche di trovare strade alternative per raggiungere lo stesso risultato.

Organizzare ogni compito a priori precluderà inoltre all'individuo di sfruttare le proprie qualità e taglierà fuori qualsiasi empatia verso gli obbiettivi aziendali. La motivazione di tipo zen permette quindi di accogliere prima che di rifiutare, di condividere invece di escludere e di coltivare ogni collaboratore come tassello importante di un grande insieme.

Lo zen insegna: gli impedimenti sono opportunità, le novità possono essere positive

Lo zen è molto di più di un semplice 'stare bene' sul posto di lavoro. Si tratta di una vera e propria arte che spazia dalla crescita personale fino a quella della squadra, di qualunque natura essa sia. Basti pensare all'influenza che esercita un manager sempre sotto stress oppure schiacciato dagli eventi esterni rispetto a chi vede ogni intoppo come un'opportunità da sfruttare nel presente. Adottare la visione zen prima ancora di richiederla dagli altri è di certo la strada migliore per poter trasformare il pensiero altrui da negativo in positivo e di conquistare la meta non solo in tempi più brevi, ma anche con una maggiore soddisfazione.

Questa strategia si può rivelare vincente soprattutto per l'introduzione di piccole o grandi novità. Il cambiamento spaventa la maggior parte delle persone, soprattutto chi è abituato a svolgere un'attività in modo invariato nel tempo ed è una delle crepe che possono compromettere l'esito di qualsiasi progetto vincente. Insegnare ad accogliere il rinnovamento permette ad un'azienda non solo di essere dinamica, ma anche di rispondere al meglio alle richieste di mercato.

La delega è zen?

Delegare il lavoro ai collaboratori viene visto da alcuni manager come una tecnica infallibile per evitare di occuparsi in prima persona di compiti scomodi. La visione zen della delega non può che essere positiva e riguarda un processo di responsabilizzazione delle risorse umane. Si tratta di un incarico a tempo collegato ad un particolare obbiettivo personale oppure di gruppo, in cui il dirigente condivide la propria responsabilità con il collaboratore.

Prima di delegare un compito particolare va fatta tuttavia una piccola analisi sulle qualità dell'individuo a cui si vuole assegnare un'attività: come gestisce lo stress? Ha già delle qualità manageriali? Si allontana dal pericolo o adotta strategie rischiose? In base a queste valutazioni si può procedere con il primo step: comunicare quali obbiettivi sono legati alla delega, quali saranno le responsabilità e le risorse. Senza quest'ultime, qualsiasi tipo di delega non solo è fallimentare ma addirittura nulla.

Venerdì, 04 Maggio 2018. Postato in Risorse umane, Soft Skill

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