I problemi “trappola” nel management
Una delle attività manageriali più importanti è la risoluzione dei problemi che si frappongono al raggiungimento degli obiettivi imprenditoriali.
Fra tutte le soft skills che si possono allenare, il problem solving è quella più “gettonata” da ogni tipologia di manager.
Alcuni problemi, tuttavia, più che risolti vanno gestiti. Mi riferisco in particolare a quei problemi che per complessità e pervasività non possono essere risolti con gli schemi classici di problem solving.
Il contributo della teoria della complessità ha permesso di riuscire a comprendere la natura dei cosiddetti “wicked problems”, ossia i problemi che quando cerchi di risolvere creano una serie di conseguenze che generano altri problemi.
Ecco alcune caratteristiche che consentono di far rientrare i problemi in questa categoria:
- Ogni wicked problem è nuovo e unico con spiegazioni multiple.
- Un wicked problem è il segno, il sintomo o la causa di un altro.
- Le soluzioni precedentemente identificate per problemi simili potrebbero essere irrilevanti.
- Non capiamo il problema fino a dopo averlo risolto.
- Non esiste un insieme limitato di soluzioni possibili. Ce ne sono molte.
- Le soluzioni sono incrementali. Non esiste una soluzione singola, definitiva, migliore.
- Le soluzioni non sono giuste o sbagliate. Sono su una scala da buone a cattive.
- Siamo responsabili dei risultati delle soluzioni che creiamo.
Tutti i problemi che coinvolgono molte persone, collegate fra loro da rapporti di natura differente e multi-variata sono potenzialmente dei problemi “trappola” (ad es. politici, ambientali, sociali).
Un esempio fra tutti che sta coinvolgendo ogni organizzazione che opera nel contesto europeo è l’adeguamento al GDPR (regolamento europeo per il trattamento dei dati personali); ogni decisione, tecnica o legale, impatta sulle scelte e sulle procedure quotidiane di chiunque operi nell’organizzazione, generando, potenzialmente, altre criticità ed altri problemi. In questo ed in altri casi, ogni tentativo di risoluzione che non tenga in conto dei diversi livelli di complessità organizzativa è destinato ad aprire il fianco ad una serie non prevedibile di conseguenze potenzialmente dannose.
Come è possibile gestire questo tipo di problemi? Quali approcci e quali strumenti possono aiutare il management ad affrontare il problemi “trappola”?
Sicuramente la metodologia “Agile” ed il Design Thinking sono ciò che di più avanzato si può offrire al management per affrontare questo livello di complessità.
In particolare il design thinking sembra offrire strumenti semplici e di facile applicazione che consentano di far “lavorare” in maniera collaborativa le diverse anime e funzioni aziendali al fine di disegnare le soluzioni migliori in quel particolare contesto e momento organizzativo.
Anche se i problemi “trappola” sono unici e non sono facilmente categorizzabili, le soluzioni possibili possono essere identificate all’interno di tre categorie o un mix fra queste:
- Autoritative (norme, controllo, autorità)
- Collaborative (collaborazione, approccio sociale, design e tecnologia)
- Competitive (miglioramento continuo, interazione, responsabilità e fiducia reciproca)
E’ estremamente vero che cercare le soluzioni solo in una di queste tre dimensioni organizzative e fondamentalmente l’approccio più debole. Come con tutti i contesti complessi l’approccio che garantisce maggior flessibilità è quello che ha maggior probabilità di funzionare.
Secondo David Hague (così come presentato al Droidcoin 2018 - Torino) le categorie di domande qui di seguito permettono di indagare le diverse dimensioni del problema offre anche utili euristiche per l’identificazione della strategia di risoluzione più funzionale:
Comunque gli approcci collaborativi, che consentono di lavorare insieme e ragionare in team multidisciplinari sulle soluzioni possibili al problemi “trappola”, sembrano offrire statisticamente i migliori risultati.