Il nuovo ruolo del CFO, una figura strategica del quadro aziendale
di Katiuscia Terrazzani, Country Manager di Ayming Italia
C’è grande coerenza nei risultati emersi dalla survey di Business International: The future of CFOs in the Enterprise 4.0 era. È unanime infatti l’idea di un’evoluzione radicale di questo ruolo. Pensando al CFO non si delinea più una figura statica, che fotografa il passato, non si pensa più all’ “uomo dei conti” che si limita ad analizzare dati quantitativi per darne riscontro a fine anno.
Il CFO oggi è un vero e proprio Business Partner strategico, un elemento portante nella definizione dei piani futuri dell’azienda, che affianca il CEO ed è in estrema sinergia con tutti gli altri C-Level.
Il cambiamento è stato decisamente supportato, e indotto, dalla digitalizzazione che caratterizza la nostra contemporaneità, grazie alla quale abbiamo a disposizione una sempre maggiore quantità di informazioni, in termini di Big Data, che ci consentono di fare analisi predittive e pianificazioni strategiche.
La gestione di questa evoluzione a 360° della figura del CFO, che fino a qualche anno fa non era nemmeno lontanamente conosciuta come lo è oggi, è molto complessa.
Il CFO deve sviluppare una serie di soft skill che in passato non erano considerate fondamentali. Ad esempio, dovrà avere capacità relazionali, di networking, di comunicazione ed essere flessibile, versatile e open-minded. E questo è ulteriormente confermato se si guarda alla composizione del team Finance, che, come afferma Andy Burrows, CFO e Founder di Superhcerged Finance, dovrà “fornire il supporto necessario all’azienda per evolversi e svilupparsi, puntando sull’elaborazione di modelli finanziari basati su data analytics, scorecard equilibrati, pianificazioni strategiche, pianificazioni basate sui trend di settore, previsioni di mercato”, con rinnovate competenze tecniche.
A sottolineare il fatto che i CFO siano sempre più completivi del quadro aziendale, portiamo un esempio concreto. Ayming, in quanto gruppo di consulenza direzionale, trova oggi, sempre più che in passato, nella figura del CFO l’interlocutore principale, che spesso si sostituisce ad altri C-Level per progetti complessi in ottica di miglioramento delle business performance dell’azienda.
Entrando nel merito dei risultati della survey, si nota una percezione delle priorità aziendali che ha molta coerenza con ciò di cui si è parlato fino ad ora. Infatti, le prime tre posizioni sono occupate, nell’ordine, dalle voci “Innovazione dei sistemi e innovazione tecnologica”, seguita da “Focus su efficienza organizzativa e riduzione dei costi” e, infine, “Crescita sul mercato esistente” (sguardo verso l’esterno).
La nostra sensibilità aziendale ci porta però a focalizzare l’attenzione sul fatto che la voce “Garantire la sostenibilità economica, sociale e ambientale del proprio business” risulti all’ultimo posto. Quanto mai anacronistico, a nostro avviso.
Dovrebbe invece emergere sempre di più quanto il CFO, così come la Direzione Aziendale in toto, sia coinvolto nei temi della sostenibilità. Presumibilmente questo dato deriva dalla percezione generale, diffusa nelle aziende, che questo tema non sia ancora prioritario, pur essendo oggetto di sempre maggiore attenzione. Il trend, però, ci dice che questa visione sta già cambiando.
La sostenibilità, infatti, non riguarda solo un discorso ambientale o sociale (ovvero gli stakeholder in senso allargato, la cosiddetta “community”); vista nella sua piena accezione, tocca anche i temi di benessere dei dipendenti, di Governance e di trasparenza, coinvolgendo inevitabilmente il CFO.