10 cattive abitudini che i piccoli e medi imprenditori non si aspettano e 10 soluzioni per far volare il loro fatturato
Nel corso degli ultimi cinquant’anni le Piccole e Medie Imprese hanno dovuto affrontare autentici sconvolgimenti del mercato, un complesso alternarsi di contingenze economiche di portata più o meno ampia, dal locale all’internazionale, di scenari politici in rapida mutazione, di processi tecnologici in continua evoluzione e di veri e propri fenomeni sociali sistemici se non addirittura strutturali dell’epoca contemporanea, come l’incremento demografico globale o la tendenza alla globalizzazione.
Un momento storico molto complesso per l’impresa
Questo articolato insieme di fattori ha comportato l’emergere di sfide sempre inedite per le aziende del territorio italiano, caratterizzato da una straordinaria maglia di attività a conduzione familiare, di artigianato o di industria semplificata.
Recenti analisi parlano di un mondo del lavoro post Quarta Rivoluzione Industriale, un particolare frangente storico che, a ben vedere, parla la lingua delle sfumature e delle tonalità intermedie. Rispetto al modello tradizionale, in cui il lavoro si sviluppava a partire dai paletti di un contratto a tempo pieno e indeterminato, in un luogo e con un orario altrettanto prestabiliti, si è via via giunti a forme più dinamiche e flessibili.
Non solo: altri aspetti come un più frequente cambio di posti di lavoro durante la propria carriera, contraltare moderno del classico “impiego per tutta la vita”; come la sempre meno netta separazione tra una figura pienamente autonoma ed una dipendente, anche grazie a formule di etero-direzione; come l’agilità con cui ci sposta professionalmente da una Nazione all’altra, frutto di una lingua comune sempre più utilizzata e di un bagaglio di informazioni, conoscenze e competenze sempre più condiviso; o come il nuovo, epico scontro tra offerta online e luogo fisico di commercio caratterizzano immancabilmente uno scenario all’interno del quale può essere complesso muoversi, soprattutto da parte delle PMI.
Le 10 cattive abitudini dei piccoli e medi imprenditori secondo AdHoc Consilia
Per quanto riguarda quell’area economicamente strategica che è il Triveneto, una posizione di comprovata conoscenza e prolungata attività diretta affianco ad aziende di piccole e medie dimensioni è di certo rappresentata da AdHoc Consilia.
Questa interessante realtà con sede a Montebelluna, ma con un raggio d’azione che spazia appunto dalle province del Veneto a quelle di Friuli e Venezia Giulia orientali, del mantovano e del basso Trentino, consiste in una vera e propria Community d’imprenditori che coltivano insieme percorsi di formazione personale e professionale e rapporti di solidale confronto e collaborazione.
Grazie ad una storia ormai di oltre dieci anni, dipanatasi all’interno di ogni settore produttivo del ricco mosaico aziendale di quest’area chiave per l’economia nazionale, l’insieme di esperienze e competenze accumulate da AdHoc Consilia ha consentito di stilare un rapido decalogo dei punti deboli tipici delle aziende che si trovano a dover fronteggiare le sfide del mercato contemporaneo e le relative soluzioni per trasformali in veri e propri vantaggi competitivi.
- Cattiva gestione del tempo.
> Soluzione: imparare a delegare, saper gestire tempo/energia/conoscenza, semplificare procedure con strumenti tecnologici. - Mancanza di controllo su numeri, report, statistiche, bilanci: se non sai dove sei, non sai dove dovrai arrivare.
> Soluzione: attuare un approfondito controllo di gestione. - Conoscenza limitata al proprio settore di appartenenza.
> Soluzione: fare networking per ampliare conoscenze e ricevere consigli in merito all’intera gestione aziendale o alle opportunità dei vari mercati, nazionali e internazionali. - “Abbiamo sempre fatto così”: una visione che porta all’estinzione.
> Soluzione: promuovere il cambiamento, fare formazione tecnica e personale per far crescere se stessi insieme ai propri collaboratori. - Diversifica! Perché l’80% del fatturato non può essere prodotto dal 20% dei clienti.
> Soluzione: supervisionare i dati commerciali, ampliare gli orizzonti e i mercati e investire in ricerca e innovazione di prodotto. - Ridurre l’azienda a un prodotto, anziché a un organismo complesso che va gestito con visione strategica.
> Soluzione: lavorare su stessi al fine di promuovere ascolto, dialogo e collaborazione reciproca. - Scarsa motivazione ed efficacia del comparto commerciale.
> Soluzione: incentivare, motivare e dare strumenti all’avanguardia, ma anche supervisionare i risultati della forza vendita e dei responsabili commerciali. - Carenza o mancato utilizzo delle moderne infrastrutture informatiche e tecnologiche.
> Soluzione: aggiornare continuamente sistemi e procedure per semplificare l’organizzazione aziendale, ridurre gli sprechi e massimizzare i risultati. - Demotivare, anziché motivare i collaboratori.
> Soluzione: lavorare sullo stile di leadership e investire in benefit e welfare aziendali. - Mancanza di tutela del patrimonio.
> Soluzione: definire i propri rischi personali e gli strumenti da adottare, specie in caso di aziende a conduzione familiare.