Come calcolare il reale costo del personale
Il costo del lavoro è una voce di spesa determinante per un’azienda, specialmente per una start-up. La busta paga di un lavoratore dipendente però mostra soltanto il costo visibile di una risorsa; esistono tuttavia dei costi che non sono immediatamente individuabili ma che pesano molto sul budget di un’azienda e che determinano quello che è il costo del lavoro reale.
Per capire qual è il peso economico di un dipendente è necessario procedere a calcoli più complessi, con voci di spesa che spesso variano a seconda dei casi.
La somma delle varie retribuzioni lorde non rende minimamente idea di quale sia la spesa effettiva che un datore di lavoro sostiene mensilmente per avvalersi della collaborazione delle sue risorse. In questo articolo si individuano tutti i costi reali del personale di un’azienda.
Retribuzione annuale lorda
Per stabilire il costo reale del personale occorre partire dalla retribuzione annuale lorda, spesso indicata dall’acronimo RAL. Si tratta degli emolumenti lordi la cui entità personale e azienda hanno pattuito al momento della firma del contratto, spesso in virtù delle norme stabilite all’interno dei contratti collettivi nazionali; gli accordi collettivi nazionali vengono stipulati da sindacati e rappresentanti delle aziende e disciplinano le condizioni di lavoro e il trattamento economico di una determinata categoria di lavoratori dipendenti.
Nel lordo sono comprese le ritenute previdenziali, fiscali e assistenziali. Il lavoratore, infatti, è tenuto a pagare le tasse, e in particolar modo l’Irpef, acronimo di imposta sul reddito delle persone fisiche; l’azienda, per conto del lavoratore, verserà anche i contributi previdenziali per permettere al dipendente di maturare la pensione di vecchiaia. A ciò si aggiungono le indennità sostitutive dei permessi di cui il dipendente non ha goduto e delle ferie.
Contributi previdenziali e assistenziali
I contributi previdenziali, che dovranno essere erogati dall’azienda, ammontano al 33% circa della retribuzione lorda del lavoratore; si ricorda che nel settore privato l’azienda è tenuta a versare i contributi previdenziali all’INPS. I contributi assistenziali invece devono essere versati all’INAIL, ossia l’Istituto Nazionale Assicurazione sul Lavoro.
L’INAIL è un ente pubblico che si occupa dell’assicurazione, in favore dei lavoratori, contro le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro. I contributi assistenziali, dunque, sono quei versamenti obbligatori che garantiscono ai lavoratori dipendenti una copertura in caso di malattia, invalidità, disoccupazione e infortuni occorsi durante l’attività lavorativa. Dunque, oltre alla previdenza, è prevista dai contratti collettivi di lavoro un’assicurazione obbligatoria per gli infortuni.
I contributi assistenziali da versare all’INAIL, e che sono completamente a carico dell’azienda a differenza di quanto accade ai lavoratori dipendenti, ammontano all’11 per mille circa della retribuzione lorda del dipendente.
Il costo reale del personale: il TFR
Una voce di costo che pesa molto sul budget aziendale è il TFR, acronimo di trattamento di fine rapporto; inoltre non va trascurata la rivalutazione annuale del TFR, che contribuisce a far lievitare tale voce. Il TFR spetta al lavoratore quando cessa il rapporto di lavoro con l’azienda, indipendentemente dalle cause che hanno determinato l'interruzione. Si calcola in questo modo: la liquidazione è pari alla somma della retribuzione annuale divisa per 13,5. Ogni anno, alla data del 31 dicembre, la quota di retribuzione annuale, che verrà accantonata per il TFR, deve essere rivalutata, affinché l’effettivo valore della liquidazione col passare degli anni non si alteri. Per questo si applica un tasso di rivalutazione, un indice fisso pari all’1,5%. A tale grandezza si somma una quota pari al 75% dell’incremento dell’inflazione certificato a fine anno dall’ISTAT.
Tredicesima e quattordicesima nel costo reale del personale
I lavoratori dipendenti, nonostante i mesi lavorativi siano 12, percepiscono anche due mesi retributivi in più: la tredicesima e la quattordicesima. Ovviamente questa eventualità dipende sempre dai contratti collettivi di lavoro. In alcuni casi tali mensilità in più potrebbero non essere previste. La tredicesima mensilità matura per il servizio prestato dal 1° gennaio al 31° dicembre, mentre la quattordicesima matura per il periodo compreso tra il 1° luglio e il 30° giugno. Tredicesima e quattordicesima rimangono invariate anche in caso di:
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congedo di maternità;
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inattività a causa di malattie e infortuni;
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ferie
Ulteriori oneri a carico dell'azienda
A seconda dei contratti collettivi di lavoro, e del tipo di rapporto che sussiste tra azienda e dipendente, possono essere previste altre voci di costo come:
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i contributi legati a fondi sanitari;
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i contributi di previdenza complementare;
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l’erogazione dei buoni pasto.
Come si è visto, la determinazione del costo del personale è complicata perché sussistono diverse variabili.
Ad accrescere la difficoltà di individuare il costo esatto di un lavoratore dipendente ci sono le spese strutturali che l’azienda sostiene per mettere le sue risorse in condizione di lavorare in modo efficiente.
Tra queste voci di costo ci sono l’affitto di locali, l’acquisto di computer, mobilio, le spese di riscaldamento e il compenso per le risorse che si occupano della contabilità, l’ufficio paghe; inoltre possono intervenire anche tante altre voci che a prima vista appaiono ininfluenti ma che complessivamente rappresentano un ulteriore costo reale. Si tratta delle spese legate alla struttura aziendale nel suo complesso.
Appare evidente come non sia possibile chiedere al singolo lavoratore dipendente di portare sul luogo di lavoro la propria sedia e il proprio PC; si tratta di spese che devono essere sostenute dall’azienda.