L’apporto di lavoro nell’ambito della supply chain è generalmente demandato a terzisti, che operano in regime di appalto, in modo da garantire un’organizzazione quanto più possibile flessibile e specialistica. Lato committenti, negli ultimi anni questo modello si è rivelato insoddisfacente per alcune realtà o tipologie di attività, essenzialmente per ragioni legate al costo del lavoro; pertanto, sempre più spesso si assiste a fenomeni di c.d. internalizzazione delle attività connesse alla supply chain o all’adozione di formule miste in cui solo alcuni specifici segmenti della produzione sono affidati a terzi.
Lato appaltatori, la forte concorrenza che caratterizza il settore e l’apporto di tecnologie sempre più avanzate richieste dagli operatori del mondo logistico hanno comportato una generale riduzione della marginalità, a fronte di un costo del lavoro se non più oneroso, comunque difficilmente riducibile.
Obiettivi
- Rivedere il modello tradizionale dell’appalto alla luce delle nuove recenti normative