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Le smart city e l'esperienza di Boston

Le smart city e l'esperienza di Boston

Il concetto di smart city nasce nel 2009, a Rio de Janeiro, quando entra in vigore un piano finalizzato a migliorare la qualità della vita dei cittadini, a ottimizzare la gestione dei rifiuti e limitare gli sprechi energetici facendo uso dell’innovazione tecnologica. Da quel momento, è definita "intelligente", smart, la città che avrebbe emulato il progetto proposto a Rio de Janeiro. L’Intelligent community forum di New York, una rete di città aperta al confronto con l'obiettivo di collaborare allo sviluppo economico e promuovere lo scambio di competenze utili a migliorare la qualità della vita, attraverso tecnologiche innovative, nel 2014, definisce le caratteristiche di una città intelligente. Possiamo riassumerne il concetto in alcune parole chiave: sostenibilità, efficienza energetica, governance, competitività, tecnologia. Sostanzialmente, una "città intelligente", deve essere in grado di attuare strategie di pianificazione e gestione in modo altamente tecnologico, disponendo dell’infrastruttura principalmente diffusa al giorno d’oggi: il web, insieme alla possibilità di essere sempre connessi su internet con qualunque dispositivo mobile. È attraverso il web e le tecnologie ad esso connesse che deve riuscire a monitorare il territorio, rispondere ai bisogni dei cittadini, fornire servizi e informazioni. Nel 2013, il concetto di smart city è introdotto nella famosa Enciclopedia Treccani, dove viene definito come la capacità di mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita mediante l'infrastrutture immateriale del web.

La smart city è una città che comunica costantemente con i suoi cittadini, li informa e ne è informata. La partecipazione attiva dei cittadine è tra le componenti principali, essa si concretizza, ad esempio, nella semplice possibilità di segnalare problematiche riscontrate quotidianamente, come una carente illuminazione in un determinato punto, una situazione di pericolo, piuttosto che una buca sul manto stradale.

Il meccanismo alla base della smart city è, dunque, quello di raccogliere informazioni ed elaborare dati a loro volta riutilizzati per fornire nuove informazioni così da generare una soluzione, risolvere problemi e necessità.

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L'esempio del trasporto intelligente

Il sistema dei trasporti urbani è quello che incontra più facile applicazione e avvicina il sistema di gestione urbana al quello tipico di una città intelligente. Rispondendo alla necessità di una città più salubre, quindi meno inquinata, il trasporto pubblico deve essere quanto più efficiente possibile ed ecologico, per scoraggiare l’uso delle auto private. Soluzioni smart sono quelle in cui, ad esempio, il sistema di trasporti prevede mezzi elettrici di cui il cittadino, o il turista, può servirsi mediante apposite aree di scambio, dove può lasciare la propria auto per prendere il mezzo pubblico. Magari, visualizza il parcheggio libero dal suo smartphone e viene guidato vero di esso dopo averlo prenotato. Giunto al parcheggio, l'utente può scegliere tra un servizio di bike sharing piuttosto che di car sharing. Applicazioni forniscono informazioni in tempo reale sulla situazione del traffico, o sulla disponibilità di mezzi pubblici in zona.

Quali sono oggi le città che posso definirsi smart?

Esiste una classifica, la Smart Cities Index 2017, che è stata stilata sulla base dei dati raccolti dall'applicazione EasyPark. Tale sistema ha misurato "l'intelligenza" delle città, incrociando dati relativi a 19 parametri, tra i quali compaiono: la diffusione del sistema di connessione wi-fi, quindi la digitalizzazione, la mobilità (monitoraggio del traffico e dei trasporti pubblici), la sostenibilità ambientale, l’innovazione (rappresentata dalla presenza di startup sul territorio), la partecipazione dei cittadini e la facilità degli stessi ad accedere ai servizi governativi on-line. Prima in classifica risulta la città di Copenhagen, seguita da Singapore, Stoccolma, Zurigo e Boston. L’Italia fa capolino con la città di Milano al 60° posto, poi con Torino al 69° e Roma al 71°.

Eppure, mentre in questa classifica Boston occupa solo la quinta posizione, è proprio qui che si stanno progettando le prossime città del futuro. Nella città americana, l’architetto e ingegnere torinese Carlo Ratti, dirige il Senseable City Lab, presso il Massachusetts Institute of Technology. Svolge ricerche sulle possibili soluzioni per le città del futuro, interrogandosi circa l’impatto che la rivoluzione digitale ha sulle nostre città e come questa possa essere al servizio dei cittadini. Boston è famosa per le sue università e centri di ricerca, e il Massachusetts Institute of Technology è considerato il maggior punto di riferimento per progetti di smart city. La città stessa è costituisce un esempio di innovazione tecnologica, un laboratorio in continua attività.

L’esempio di Boston

La città di Boston, per diventare "smart", ha attivato un lungo processo di raccolta di dati, che è durato ben cinque anni. Questi sono alla base di tutti i servizi offerti e derivano da un’accurata analisi sui comportamenti del vivere urbano, sulle criticità e i bisogni dei cittadini. Quindi è riuscita a creare servizi come "Boston green", un’applicazione che fornisce informazioni sugli spazi verdi urbani indicando come raggiungerli. Altre soluzioni utilizzano i dati relativi alla mobilità per ridurre la congestione del traffico, oppure permettono a chi è in cerca di parcheggio di segnalare qual è quello in zona disponibile e consente anche di prenotarlo, così da riservarlo e occuparlo al suo arrivo.

La smart city di Boston propone anche applicazioni di urbanismo partecipativo. Il progetto "Participatory Urbanism" consente ai cittadini di migliorare i quartieri in cui vivono segnalando mediante sms la presenza di buche o graffiti che deturpano l'ambiente; immediatamente le segnalazioni innescano un sistema di operatività per cui le stesse diventano ordini di lavoro. Esistono anche applicazioni che mirano a far interagire tra di loto i cittadini, stimolandoli a socializzare e a condividere opinioni

Centro della concezione smart di Boston è, dunque, l’uomo, inteso sia in quanto parte attiva che contribuisce a produrre azioni per il benessere comune, sia come soggetto beneficiario diretto di quello stesso benessere che innalza la qualità della vita urbana.

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Giovedì, 12 Aprile 2018. Postato in Life Style

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