Edenred lancia il progetto di smart working per i suoi dipendenti
La partecipazione al piano sarà su base volontaria e punta a coinvolgere più della metà dei 315 lavoratori. La fase pilota del ricorso al lavoro agile si concluderà il 31 dicembre 2018 e verrà successivamente analizzata per valutare un impiego strutturale del lavoro da remoto.
Un dipendente di Edenred su due sarà in smart working. È questo l’obiettivo che la società main provider di soluzioni per il secondo welfare intende raggiungere entro il 2018 nell’ambito di un progetto che vede per la prima volta l’introduzione di forme di lavoro agile in azienda.
Il piano coinvolgerà i lavoratori su base volontaria fino a un massimo del 56% della popolazione aziendale e prevede 2 giornate di smart working al mese per ogni dipendente. Al termine della fase pilota, prevista per fine anno, la società deciderà se adottare o meno in maniera permanente le misure organizzative sperimentate.
Per favorire ulteriormente la conciliazione tra i tempi di lavoro e di vita, Edenred ha deciso di introdurre anche forme di flessibilità negli orari di entrata e uscita per i propri dipendenti.
Lo smart working in Italia oggi è una realtà concreta. Secondo la rilevazione dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, il numero dei lavoratori che godono di autonomia nella scelta delle modalità di lavoro in termini di luogo, orario e strumenti utilizzati è aumentato nel 2017 del 14% rispetto all’anno precedente (e del 60% rispetto al 2013).
“I potenziali benefici economico-sociali derivanti dall’adozione di programmi di Smart Working sono significativi - spiega Luca Palermo, Amministratore Delegato di Edenred Italia -. Il Politecnico di Milano ha stimato che l'adozione di un modello “maturo” di lavoro agile per le imprese può produrre un incremento di produttività pari a circa il 15% per lavoratore, che a livello di sistema Paese significano 13,7 miliardi di euro di benefici complessivi. Questo progetto vuole perseguire l’adozione di una filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta di spazi, orari e strumenti da utilizzare, a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati e sulla qualità dei propri sforzi. Chi fa il nostro mestiere – ha concluso Palermo – conosce gli impatti positivi sulla motivazione delle persone derivanti dall’impiego di strumenti che favoriscono una migliore conciliazione tra vita lavorativa e privata e lo smart working è una delle modalità capaci di migliorare il rapporto tra azienda e dipendente”.
Le aree aziendali coinvolte nel piano sperimentale di smart working sono diverse: si va dal Marketing alle Risorse Umane, fino a coinvolgere i reparti Finanza, Amministrazione e la Direzione Processi e Tecnologia.